Si intende per filler riassorbibile un prodotto che, una volta iniettato nel corpo umano, nelle settimane o nei mesi a seguire – grazie a processi enzimatici specifici per ogni tipologia di prodotto – viene degradato e attraverso vari sistemi di smaltimento fisiologici viene eliminato o distrutto fino a scomparire.
La velocità di questo processo è legata sia al tipo di prodotto, che alla sua lavorazione, che alla sede di inoculo, che alla quantità di materiale iniettato, che alla modalità utilizzata per l’impianto. Un fattore molto importante nella velocità di riassorbimento di questa categoria di materiali – molto più che per gli altri – è la predisposizione individuale, che però non è modificabile da fattori esterni.
Uno dei grossi vantaggi dei fillers riassorbibili è appunto la loro moderata durata nel tempo, che permette ai pazienti di prendere confidenza col mondo degli iniettabili e della medicina estetica in generale. Un altro vantaggio, non indifferente, è che per la maggior parte di questi prodotti esiste una molecola che è in grado di velocizzarne il riassorbimento un cosiddetto antidoto.
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Declinato in mille versioni, semplice o unito a vitamine, complessato con zuccheri o peptidi per aumentarne la durata, più o meno cross-linkato (ossia le catene polimeriche subiscono una reazione per la quale si creano dei forti legami a livello di gruppi funzionali della molecola stessa) per aumentarne la resistenza, l’acido ialuronico è un componente fondamentale dei tessuti connettivi dell’uomo, ed è molto ben rappresentato nelle persone giovani.
Chimicamente è un glicosamminoglicano, prodotto dalla condensazione di migliaia di unità disaccaridiche unite tra loro da legami chimici stabili. A pH fisiologico la molecola è fortemente idrosolubile, proprietà che le permette di ottenere e mantenere così un alto grado di idratazione dei tessuti che la contengono.
Oltreché idratazione, l’acido ialuronico nei tessuti si occupa di mantenere turgidità, plasticità e viscosità; alla cute conferisce forma e tono e agisce come barriera e filtro contro la diffusione libera di sostanze estranee.
La perdita cutanea di acido ialuronico, collagene ed elastina si evidenzia come stato di invecchiamento della pelle stessa, ed è questo fenomeno che la medicina estetica cerca di contrastare quotidianamente con le sue metodiche di reintegro e biostimolazione.
È importante affidarsi ad uno specialista di fiducia, che sappia informare compiutamente il paziente delle scelte terapeutiche che intende adottare, sia in tema di programmazione del percorso da seguire, sia in tema di risultati che intende ottenere e pensa di poter ottenere, sia in tema di materiali che intende utilizzare: oggi sul mercato gli acidi ialuronici e i prodotti in generale sono tantissimi, è buona cosa che lo specialista che li usa ne abbia esperienza.
É fondamentale partire da una diagnosi corretta del problema estetico da risolvere.
Non ogni inestetismo può essere trattato con un filler, non ogni filler può risolvere un inestetismo.
Prima ancora di iniziare il trattamento lo specialista raccoglierà un’anamnesi quanto più completa sulle vostre condizioni fisiche e su eventuali terapie in corso ed eventuali farmaci utilizzati, nonché sui trattamenti che avete ricevuto in passato.
Tutte queste informazioni sono importanti poiché documentano lo stato e la condizione della vostra salute e della vostra pelle al momento dei nuovi trattamenti, e possono condizionare le scelte del professionista sui prodotti da utilizzare, sempre ai fini di ottenere per voi il migliore risultato.
In linea generale, e questo vale per qualunque tipo di trattamento iniettivo e non, è controindicato procedere ad impiantare acido ialuronico in sede di infezioni o di infiammazioni della cute, in caso di allergie note alla molecola, in caso di malattie del sistema immunitario, in presenza di malattie sistemiche settiche e non, in caso di herpes attivo.
Le metodiche per iniettare l’acido ialuronico sono molteplici.
Si può utilizzare un ago o una micro-cannula, iniettare la sostanza per via retrograda, a micro-ponfi, a bolo, a reticolo, etc. La scelta dei diversi sistemi è legata sia alla sede di impianto dello stesso, sia in buona parte alle abitudini del professionista, che con la sua esperienza ha sicuramente messo a punto le strategie migliori per dare al paziente il massimo risultato col minore disagio possibile.
L’acido ialuronico può essere iniettato sia nel derma superficiale, che nel derma medio o profondo, come anche al di sotto della mucosa; oppure più profondamente nel sottocute e anche a livello sovraperiosteo, ossia al di sopra dell’osso. Le caratteristiche di questa molecola consentono un utilizzo ad ampio raggio, in base ai risultati che si sono prefissati.
Il trattamento è ambulatoriale, non richiede alcun ricovero, è però necessario operare in una sede idonea e gli operatori devono essere certificati allo scopo di salvaguardare i risultati, rispettando tutte le rigorose regole dell’asepsi (cioè della disinfezione).
Una volta eseguita la procedura di impianto, nulla osterà alla ripresa delle proprie normali attività. Sarà anche possibile trattare la cute con i normali prodotti cosmetici. Sotto questo aspetto lo specialista non avrà difficoltà a rispondere a tutte le domande che gli rivolgerete.
Se l’entità del trattamento è stata piuttosto rilevante è possibile avere un discreto edema che richiede invece qualche ora di riposo e di astensione dal lavoro, nonché da attività più dinamiche quali lo sport. Ma normalmente tutto questo viene concordato e programmato col medico prima di procedere al trattamento stesso.
L’impianto di acido ialuronico non è doloroso, la maggior parte dei prodotti contiene un leggero anestetico, e grazie alla loro fluidità e scorrevolezza passano tutti attraverso aghi molto sottili (cosiddetti “easy flow”), per cui l’iniezione e l’impianto sono veramente appena percepiti. Anche per questo motivo in genere non è necessario effettuare un’anestesia locale (e men che meno loco-regionale, la cosiddetta anestesia tronculare che in passato a volte si usava) prima dell’impianto. In questo modo il recupero post-trattamento diventa praticamente immediato. Il lieve senso di anestesia locale, presente subito dopo l’impianto nelle aree trattate, scomparirà nel giro di un’oretta.
Su pazienti molto sensibili, o per coloro che temono la possibilità di sottoporsi ad un trattamento almeno in parte doloroso, è possibile prevedere l’applicazione di un prodotto (una crema) a base di anestetico. Questo presidio potrà essere applicato direttamente dall’interessato/a almeno 60 minuti prima di sottoporsi al trattamento.
L’eritema lieve che può essere presente subito dopo l’iniezione sparisce nell’arco di poco.
Il gonfiore provocato dai materiali di ultima generazione è veramente minimo, pur chiaramente dipendendo dal materiale effettivamente usato, dalle quantità impiantate e dalle localizzazioni. Chiaramente questo dipende anche dalla metodologia di impianto, nonché naturalmente dalla manualità del professionista.
Sono naturalmente possibili reazioni allergiche, anche di una certa portata. Di situazioni di questo tipo bisognerà informare immediatamente lo specialista per gli opportuni provvedimenti.
Qualunque prodotto a base di acido ialuronico presenta delle specificità nell’ambito della sua preparazione. L’utilizzo dei diversi prodotti da parte del professionista esperto permette di valorizzarne pienamente gli effetti, sia se usati singolarmente che in modo combinato, anche eventualmente con la tossina botulinica.
Spesso, un buon piano di trattamento conservativo dello stato di salute e bellezza della pelle prevede una pianificazione di trattamenti lungo l’arco dell’anno, unitamente all’adozione di regole comportamentali corrette, ad uno stile di vita sano, all’implementazione di vitamine, sali minerali e proteine che contribuiscano ad una buona organizzazione della struttura dei tessuti che continuamente si rimaneggiano.
Ecco perché sarebbe corretto non ricorrere alla medicina estetica quando è ora di correre ai ripari, bensì prima: la medicina estetica dovrebbe essere considerata una forma di attenzione al proprio stato di salute della pelle e dei tessuti e l’attenzione dovrebbe essere rivolta – come in tutta la medicina – alla prevenzione dell’invecchiamento, non solo alla sua terapia.
Per quanto riguarda prettamente l’indicazione all’uso di un filler a base di acido ialuronico, si può ricercare un prodotto per le sue capacità idratanti della cute e del derma. Il filler in questione sarà costituito preferibilmente da una molecola di acido ialuronico semplice, che non agirà sulla cute con effetto di riempimento, ma semplicemente richiamando una certa quantità di molecole d’acqua che manterranno un livello di idratazione ottimale nelle zone in cui viene iniettato.
Certe aree del viso, come la zona delle guance, o del mento, la zona periorale (cioè la zona di cute che circonda la parte rossa delle labbra) o la zona perioculare (cioè la zona delle palpebre e della cute circostante), perdono più rapidamente di altre il loro grado di idratazione ottimale. Il sole, il freddo, il fumo e gli agenti esterni in generale fungono da potenti agenti stressogeni su queste aree delicate del viso, come del collo e delle mani.
Prima ancora che si formino sul viso delle rughe vere e proprie, si comincia ad evidenziare in queste zone un certo increspamento ed inaridimento della cute che viene già percepito come un segnale di necessità di aiuto per il benessere della pelle.
Spesso quindi sono persone ancora piuttosto giovani ad accedere a questi trattamenti, o persone che sono spesso in viaggio per lavoro ed involontariamente “stressano” la pelle sottoponendola a sbalzi importanti di temperatura, a ore di aria condizionata o pressurizzata degli aerei, a ritmi alterati di sonno-veglia.
A volte certi segni sul viso si creano – in genere più avanti con l’età – per via di abitudini sbagliate che abbiamo, anche in modo inconsapevole (ad esempio durante il sonno). Spesso questi segni si formano da una parte sola del viso, e per questo sono ancor più percepiti come fastidiosi. In genere in questi casi è necessario associare un prodotto abbastanza morbido che riempia le rughe restituendo il turgore perso, ad un prodotto idratante da iniettare più in superficie a completamento.
Dopo i 40 anni, i segni che vengono inevitabilmente percepiti come fastidiosi sono quelli legati ad un rilassamentoiniziale dei tessuti unito allo svuotamento delle aree adipose. Tali fattori determinano ad esempio un approfondimento dei solchi nasolabiali (vedi fig.1) (ossia di quel solco che va dall’angolo del naso ai lati della bocca o anche più giù fino alla mandibola), dette anche rughe della marionetta, per risollevare i quali è necessario un prodotto che rimanga concentrato e che abbia buone capacità di spinta. La disposizione dell’impianto dipenderà dalla profondità del solco stesso, tenendo presente che un risultato sicuramente migliore e più naturale si otterrà in molti casi anche restituendo un po’ di volume alle zone paranasali soprastanti.
Il trattamento della zona del solco lacrimale (vedi fig.2) (ossia della zona che va dall’angolo interno dell’occhio verso il basso al punto di intersezione con l’area zigomatica) è una procedura che viene spesso richiesta dal paziente, ma deve essere affidata ad uno specialista di esperienza avanzata. Può far parte di un trattamento multifattoriale di ringiovanimento dell’area del terzo medio del viso oppure essere validamente considerata a sé, in persone giovani che abbiano occhiaie marcate e fastidiose.
Lo svuotamento della regione temporale (vedi fig.3)(ossia delle parti laterali della fronte, a lato delle sopracciglia) è un dettaglio che spesso rivela l’età di una persona molto più di una ruga d’espressione. Il trattamento di questa regione deve essere fatto con i materiali più idonei in quanto è una zona anatomicamente complicata che difficilmente perdona gli errori, mentre al contrario può dare grandi risultati.
Fig.1 – Solco nasolabiale
Fig.2 – Solco lacrimale
Fig.3 – Regione temporale
Il terzo superiore del viso (cioè la zona che comprende occhi, radice del naso e fronte) prevede la coesistenza di materiali da riempimento e neuromodulatori, in quanto è una zona in cui perdite di volume e rughe dinamiche possono coesistere. Il trattamento delle rughe dinamiche del terzo superiore del viso, cioè della glabella (vedi fig.4) (zona della radice del naso), della zona perioculare (le cosiddette zampe di gallina) e le rughe orizzontali della fronte, per contro, è ormai completo appannaggio dei neuromodulatori, che – dal momento della loro approvazione da parte del Ministero della Salute come farmaci ad uso cosmetico – hanno completamente modificato l’approccio medico estetico a certe aree del viso. Di fillers per la glabella o di riempitivi per le rughe della fronte ormai si parla poco.
Fillers e neuromodulatori si incontrano spesso nel trattamento della forma e della posizione delle sopracciglia, che col tempo perdono i giusti volumi e spessori nella componente ossea e dei tessuti molli. I neuromodulatori funzionano invece benissimo per il trattamento della zona perioculare, motivo per cui oggi questa zona è diventata completamente di loro competenza.
Un aspetto molto importante nell’estetica del viso e nella naturalezza dei risultati è il rispetto delle proporzioni degli elementi che lo compongono. Per questo lo specialista di fiducia svolge un ruolo fondamentale nello studio delle scelte estetiche e nell’applicazione dei trattamenti corretti, per valorizzare ogni viso nei suoi punti di eccellenza, anche e soprattutto in relazione al periodo della vita e all’età che gli appartiene.
Fig.4 – Glabella
Argomento che desta sempre un grandissimo interesse nelle donne è quello delle labbra: con l’acido ialuronico è senz’altro possibile disegnare i profili poco definiti di un labbro che ha perso tono e comincia a formare le odiose rughette verticali, così come è possibile aumentare il volume vero e proprio delle labbra.
Una cosa molto importante, anche se poco scontata, nell’estetica delle labbra è saper sempre correttamente mantenere le proporzioni di volume tra il labbro inferiore e quello superiore, nonché tra la proiezione delle labbra ed il profilo di naso e mento, e conservare la naturale consistenza morbida del vermiglio (la parte rossa delle labbra).
L’invecchiamento della zona periorale (vedi fig.5)(cioè della sottile cute che circonda la parte rossa delle labbra) invece comporta, oltre alla perdita di volume del labbro, un allungamento della regione del prolabio (vedi fig.6) (la parte bianca che va dal naso alla parte rossa del labbro) e l’appiattimento del bordo del vermiglio con una perdita di proiezione dell’arco di Cupido (vedi fig.7). Fotodanneggiamento e movimento muscolare portano a rughe statiche e dinamiche, e una sensazione perenne di secchezza delle labbra stesse. I fillers per la zona periorale devono essere particolarmente idratanti, e in questo gli acidi ialuronici sono veramente efficaci.
Fig.5 – Zona periorale
Fig.6 – prolabio
Fig.7 – Bocca: Arco di cupido
La zona del mento è un’area avanzata per i trattamenti estetici del viso. In questa zona possiamo avere necessità di un aumento di volume oppure di togliere le antiestetiche rughette che si formano con l’età.
Trattare mento e linea mandibolare può dare grande giovamento ai fini dell’estetica dell’intero viso, purché non si stravolga la linea originaria di questa parte così delicata del contorno del viso.
Ovviamente i risultati di tutte le procedure dipendono sia dal tipo di prodotto utilizzato, che dalla tecnica che viene scelta per il suo impianto, che dalla profondità cui l’acido ialuronico è posizionato.
Il colloquio con lo specialista vi fornirà anche una serie di informazioni riguardanti i comportamenti da osservare nel periodo post-trattamento, e poi nel tempo, per mantenere al meglio i risultati raggiunti e/o per evitare l’insorgenza di potenziali problemi collaterali.
Una buona regola è sempre quella di mantenere un corretto e salutare stile di vita, volto ad eliminare i maggiori fattori esterni di stress per l’organismo e per i tessuti. Se è il caso per voi, lo specialista di fiducia vi saprà anche indicare la necessità o meno di una supplementazione alimentare con vitamine, peptidi o antiossidanti utili al benessere ed al trofismo dei tessuti.
Fa parte del risultato anche il suo mantenimento nel tempo. La pianificazione di un programma a medio e lungo termine diventa un utile strumento per monitorare e tenere sempre sotto controllo il proprio stato di salute estetica, in modo da apparire sempre al meglio e naturalmente belli. La naturalezza della bellezza passa anche attraverso questa via.
Un altro aspetto importante della programmazione è quello in cui la necessità di utilizzare diverse tipologie di fillers o quantità discretamente importanti degli stessi faccia propendere per una pianificazione nel medio termine delle sedute, invece che in un’unica soluzione: questo non solo per ridurre il discomfort del paziente, ma anche per favorire una migliore integrazione tissutale, una migliore stimolazione collagenica ed in definitiva un risultato migliore.
Anche in questo caso sarà lo specialista a consigliare il paziente, discutere con lui e programmare per lui la migliore pianificazione. A questo primo step, farà seguito un programma di mantenimento customizzato sulle specifiche esigenze della persona.
In alternativa all’acido ialuronico si possono considerare differenti presidi disponibili sul mercato (collagene, gel di agarosio, acido polilattico, idrossiapatite di calcio, fillers semipermanenti), fino alla tecnica chirurgica denominata “lipostruttura”
Relativamente a questi altri prodotti disponibili, non potrà che essere il medico il terminale di riferimento per il loro utilizzo, che in genere è meno esteso di quello dell’acido ialuronico.
Invece la lipostruttura, costituisce un salto di qualità nella prospettiva del trattamento. Si tratta di una metodica chirurgica molto versatile utilizzabile in distretti di piccole dimensioni come su aree molto più estese. Si basa sulla possibilità che le cellule staminali abbondanti nel tessuto adiposo, possano essere prelevate nella maniera più atraumatica possibile (un sistema di microcannule), opportunamente trattato, cioè lavato e purificato di tutte le componenti liquide e finalmente inserito nelle zone a questo scopo identificate.
Nell’architettura di un volto la bocca ed in particolare le labbra, gli occhi, attraverso l’intensità dello sguardo e la sua profondità, giocano un ruolo fondamentale. L’architettura d’insieme ed i loro movimenti coordinati, costituiscono gran parte della mimica facciale, costituendo in pratica “la frontiera” attraverso la quale gli esseri umani, ma non solo loro – anche moltissime specie animali, soprattutto mammiferi evoluti – vengono in contatto. Questo spiega facilmente il fortissimo elemento di richiamo che la bocca, le labbra in particolare, costituiscono. Bocca, comprendendo naturalmente l’architettura dei denti, e labbra dovrebbero essere considerate e trattate come un unicum. La realtà indica sovente il contrario, oltretutto con grandi differenze fra uomini e donne. La cura della salute della bocca, e quindi dell’integrità di dentatura e gengive, costituisce un investimento di enorme importanza, al quale spesso sottendono costi non trascurabili. Abitudini alimentari e stili di vita e, diciamolo con franchezza, anche una scarsissima educazione all’igiene e alla “conservazione” di questo distretto anatomico, soprattutto per la popolazione maschile delle passate generazioni, ha prodotto i risultati che ancora a volte osserviamo. Negli uomini labbra asfittiche in un contesto di bocche letteralmente disastrate, nelle donne labbra curatissime in contrasto con denti e gengive palesemente lasciati all’incuria ed al loro destino.
Questo atteggiamento si sta per fortuna modificando e torniamo a vedere restituita tutta l’attenzione che merita a questa particolare zona anatomica del viso che le donne vogliono sempre mantenere in ordine e gradevole alla vista, indipendentemente dall’età.
Abbiamo già discusso di come abitudini e stili di vita, educazione personale, oltre al naturale incedere dell’età, possano modificare l’estetica di questo distretto corporeo. Questo rende ragione della differente attitudine e delle diverse aspettative riguardo all’estetica delle labbra. Nelle donne più giovani, spesso il desiderio è quello di ottenere labbra più voluminose e turgide; nelle donne meno giovani la preoccupazione è quella di mantenere un bel sorriso e di eliminare, o come minimo rendere meno visibili possibile le fastidiose rughette che si formano sul contorno della bocca – il famigerato codice a barre – per causa dell’età, della disidratazione legata al fumo o ad una passata esposizione ai raggi solari, e qui torniamo al discorso prima accennato riguardo abitudini e stili di vita, condotta in modo poco controllato.
Vale la pena di ripeterlo: le labbra e la bocca non devono essere considerate come elementi separati, pur facenti capo ad un unico distretto corporeo, quello del III inferiore del viso. Esse costituiscono una unità anatomica, sia dal punto di vista funzionale che estetico, dove la “salute” e la patologia dell’una non possono non coinvolgere anche l’altra. Chiaramente una bella bocca ed un bel sorriso non sono ottenibili solo con l’impianto di filler, è importante anche avere una sana e bella dentatura; le labbra però fanno sicuramente da cornice.
I prodotti iniettabili devono essere selezionati con particolare attenzione, prediligendo in particolare materiali morbidi e riassorbibili che ben si adattino ad un tessuto in costante movimento e dall’impatto estetico immediatamente evidente. Inoltre le labbra rappresentano una zona molto particolare del viso, dove l’impianto non è sottocutaneo come in quasi tutto il resto del viso, ma è sottomucoso o intramuscolare. Questo non è un semplice “distinguo” L’anatomia delle labbraè completamente differente da quella delle aree che immediatamente la circondano. Le labbra sono costituite, pressoché per intero, da un muscolo circolare, il muscolo orbicolare della bocca e sono rivestite da mucosa. Manca quindi il derma, componente invece fondamentale della cute circostante. Questo spiega la differente compattezza, il diverso coefficiente di elasticità, che rendono le labbra qualcosa di unico.
I prodotti iniettabili utilizzati per la cura e per l’estetica delle labbra sono a base di acido ialuronico. L’acido ialuronico è un componente fondamentale dei tessuti connettivi dell’uomo, ed è molto ben rappresentato nelle persone giovani, mentre le sue caratteristiche chimico-fisiche, ad esempio il suo coefficiente di idratazione non solo la sua quantità, tendono a modificarsi con l’avanzare dell’età. Motivo per cui rappresenta la scelta ideale per questo utilizzo. La formulazione chimica dell’acido ialuronico, è quella del glicosamminoglicano, prodotto dalla condensazione di migliaia di unità disaccaridiche (due unità zuccherine legate insieme) unite tra loro da legami chimici molto stabili. Si tratta di una molecola fortemente idrosolubile (capace cioè di attrarre e interagire chimicamente con le molecole di acqua), proprietà che le permette di ottenere e mantenere un alto grado di idratazione e di plasticità dei tessuti che la contengono. Questo spiega l’assoluta diversità e unicità delle labbra, per estetica e funzione, relativamente a tutti i tessuti che le circondano.
A seconda dell’inestetismo da correggere o dell’effetto che vogliamo ottenere, è importante scegliere – tra quelli disponibili sul mercato e ve ne sono moltissimi – il prodotto più adatto; anche in questo sta la bravura del professionista cui si decide di affidarsi.
Attraverso le infiltrazioni di acido ialuronico è quindi senz’altro possibile disegnare o ridisegnare il profilo poco definito di un labbro che ha perso tono e comincia a formare le odiose rughette verticali (il tanto detestato codice a barre), così come è possibile aumentare il volume vero e proprio delle labbra, sempre dedicando l’attenzione necessaria allo studio delle proporzioni delle labbra tra di loro e con le strutture vicine. Facciamo mente locale su un aspetto. Restituire turgore e profilo a labbra asfittiche, per costituzione o per via dell’età, non si riduce unicamente ad una correzione meramente estetica, ma pone rimedio ad una vera e propria disarmonia nel contesto di un viso. Un elemento questo che, se pur a volte inconsciamente, viene immediatamente registrato dagli occhi dell’interlocutore o interlocutrice con cui, specialmente la prima volta, veniamo in contatto. La sensazione di attrazione o al contrario di respingimento che proviamo ogni qualvolta incontriamo una persona nuova, deriva anche da questo. Dall’armonia o dalla disarmonia nel contesto del volto. Se è pur vero che alcuni elementi palesemente disarmonici possono a volte risultare attrattivi, basti pensare al naso di alcune famose cantanti o attrici, capaci di coagulare un forte elemento di personalità attorno a quella disarmonia, è pur vero che gli inestetismi a carico delle labbra o dell’intera bocca difficilmente, se non addirittura mai, offrono questa opportunità. Delle labbra troppo sottili, addirittura taglienti nella loro estetica, caratterizzano un viso in maniera molto differente da quello che il carattere e la personalità del soggetto invece sottintendono.
L’invecchiamento della zona orale e periorale comporta perdita di volume e allungamento sia del vermiglio rosso che del labbro bianco, nonché la perdita di proiezione del bordo del labbro, nella zona di passaggio tra labbro bianco e labbro rosso, con perdita di proiezione dell’arco di Cupido. Abitudini di vita scorrette quali il fumo e l’eccessiva esposizione solare, praticata soprattutto come usava un tempo, senza il minimo ausilio dei filtri solari ad alta protezione e una scarsa reidratazione dell’intero organismo per via della disabitudine all’assunzione costante di liquidi, accentuano i danni dei movimenti frutto della continua contrazione muscolare e portano alla formazione di quei sottili segni perpendicolarmente alla direzione delle labbra, il cosiddetto “codice a barre”, che col tempo si approfondiscono e diventano rughe visibili sulla parte bianca del labbro. Spesso il problema è evidente sul labbro superiore, ma nemmeno il labbro inferiore ne è esente; la presenza di rughe dinamiche che poi diventano statiche ossia permanenti, oltre che una continua sensazione di secchezza delle labbra stesse, legata in questo periodo anche all’uso necessario delle mascherine, creano disagio sia alle donne che amano truccarsi che a quelle che preferiscono lasciare le labbra naturali.
Ecco perché i trattamenti estetici a livello della zona orale sono molto richiesti dal pubblico femminile, e non solo. Lo abbiamo già detto, ma vale la pena di ripeterlo. Questo distretto, pur così importante e caratterizzante l’intero viso, è stato per molto tempo, nella sua visione di insieme, diremmo quasi culturalmente trascurato. Il motivo è difficile da comprendere. Concludere semplicemente che questo è avvenuto perché i “costi” di gestione e manutenzione, passateci il termine, sono elevati, è vero ma estremamente riduttivo. Se la cultura generale, l’opinione pubblica diremmo, non considerano la bocca, con le labbra che di essa fanno parte, come un elemento strategico nel benessere di una persona, chiaramente la manutenzione e la cura di questa regione viene lasciata al gusto estetico e alla determinazione dei singoli, che sono di conseguenza chiamati a farsi in tutto e per tutto carico dell’onere economico che ne deriva, che spesso è rilevante, specialmente quando si è chiamati a livello specialistico multidisciplinare a rimediare a situazioni incancrenite nel tempo. Chiaro che questo discorso vale soprattutto per denti e gengive, per il cavo orale insomma. Le labbra non sono però lì per caso. Fanno parte di un contesto e quindi la loro salute e la loro estetica contribuiscono alla bellezza, alla salute e al benessere dell’insieme.
I filler a base di acido ialuronico consentono di ridefinire il contorno labbra nella zona dell’arco di Cupido e del filtro labiale, di aumentare il volume e la proiezione sia del labbro superiore che inferiore, di limitare la visibilità delle rughette periorali e del mento, insomma di valorizzare la bocca all’interno del viso. La maggiore attenzione viene di solito rivolta al labbro superiore, che risulta spesso sottodimensionato rispetto a quello inferiore. Le pazienti richiedono frequentemente di rinvigorire il solo labbro superiore, temendo che il risultato finale esiti in una bocca nel complesso troppo pronunciata, dimenticando che concentrare l’attenzione in una sola direzione pregiudica una armonia di insieme, che deve invece essere mantenuta. Occhio quindi anche al labbro inferiore, che necessita della medesima attenzione, se non quantitativa almeno qualitativa, di quello superiore. L’esagerata proiezione dell’intera bocca, elemento da moltissimi temuto e sgradito, è un rischi trascurabile se non addirittura inesistente se si fa attenzione all’armonia d’insieme.
Il trattamento è ambulatoriale, di breve durata, e appena terminato è possibile tornare alle proprie attività occupazionali. Un certo senso di tensione e turgore eccessivo nelle fasi immediatamente seguenti il trattamento, è comunemente riferito dalle pazienti e scompare in brevissimo tempo. L’impianto del filler non pregiudica la possibilità di truccarsi, anche nell’immediato post trattamento, potendosi quindi condurre una normale vita sociale.
L’impianto di acido ialuronico non è doloroso, la maggior parte dei prodotti contiene un anestetico, e grazie alla loro fluidità passano attraverso aghi molto sottili, per cui il recupero post-trattamento diventa praticamente immediato. Sono state progettate e vengono utilizzate addirittura delle microcannule, allo scopo di ridurre al minimo, fino quasi ad annullarlo, il trauma da puntura del microago. Il lieve senso di anestesia locale, presente subito dopo l’impianto nelle aree trattate, scompare velocemente, così come il gonfiore provocato dai materiali di ultima generazione, frutto della intrinseca caratteristica di questi prodotti di richiamare acqua e di idratarsi, a causa della modulabilità e dolcezza delle reazioni chimiche che sottendono all’impianto del prodotto, sconosciute a quelli di prima generazione.
I prodotti a base di acido ialuronico disponibili sono vari: acidi ialuronici liberi o cross-linkati in vario grado, puri o addizionati di sostanze quali zuccheri naturali o peptidi o vitamine. La durata dei prodotti è legata come sempre a molti aspetti: la risposta soggettiva, la quantità di prodotto iniettato, il tipo di prodotto utilizzato.
L’ideale, come in tutti i procedimenti estetici, è quello di programmare i ritocchi in modo da riuscire a mantenere il risultato ottenuto nel tempo, con appuntamenti programmabili in 2-3 sedute all’anno.
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Il collagene è chimicamente una proteina fibrosa che costituisce la componente principale della matrice extracellulare e dei tessuti connettivi del nostro corpo. Il nostro corpo in verità è composto da varie tipologie di collagene (I, III, IV), che nell’insieme svolgono un ruolo strutturale e di sostegno della cute e mantengono la compattezza e la tonicità di una pelle sana e giovane.
Quando la pelle invecchia lo spessore del derma si riduce e si disorganizza nelle sue componenti strutturali anche a causa di un disequilibrio che si viene a creare tra la quantità di collagene ed elastina che la cute produce e rimaneggia, e l’aumento del loro riassorbimento ad opera delle metalloproteinasi (enzimi ad azione proteolitica che “consumano” e frammentano il collagene). La cute perde pertanto le sue caratteristiche di tono ed elasticità e cominciano a formarsi le prime rughe.
Oggi collagene e peptidi precursori del collagene sono molto usati ad esempio nel campo dell’integrazione alimentare, e sono molecole spesso presenti nelle creme e nei trattamenti dermatologici.
Come filler, il collagene è usato ormai piuttosto poco. Prima dell’introduzione sul mercato dell’acido ialuronico, il collagene era sicuramente il filler più utilizzato, e nella categoria dei riassorbibili era praticamente l’unico esistente.
Il collagene è di derivazione animale e pertanto ha bisogno di un doppio test allergologico prima di poter essere impiantato.
Questo test consiste nell’iniettare nella cute sottile dell’avambraccio una piccola quantità di collagene, a formare un piccolo pomfo palpabile e visibile; dopo 15 gg la stessa procedura va ripetuta – possibilmente sull’altro avambraccio – e ad ulteriori 15 gg da quest’ultima seduta si valuta il risultato del test: se non si è sviluppato nessun fenomeno allergico visibile (rossore, bruciore, fastidio o pizzicore con prurito, indurimento del piccolo impianto etc) in nessuno dei due impianti vuol dire che si può procedere al trattamento con collagene delle zone prescelte del viso.
Bisogna comunque tenere presente che in qualunque momento della vita, anche chi è “abituato” alle iniezioni di collagene può sensibilizzarsi alla proteina e sviluppare un’allergia. In tal caso il collagene va definitivamente abbandonato.
Per ovviare a questo problema è stato introdotto sul mercato, come frutto della bioingegneria, del collagene umanoestratto da donatori controllati, che non richiede test allergologico.
La maggior parte delle tipologie di collagene esistenti sul mercato necessita di conservazione in frigo, anche se sono state create delle varianti che non sono legate alla bassa temperatura per la loro conservazione.
Il collagene è un filler che però non si presta e mai si è prestato a grosse volumizzazioni o a riempimenti importanti del viso. Con la sua struttura densa e non igroscopica (cioè che non richiama acqua) si adatta bene al sollevamento dei solchi nasolabiali (vedi fig.1) (cioè di quei solchi che si formano verso i 35 anni, ai lati del naso e scendono fino alla parte esterna della bocca), soprattutto nelle loro fasi iniziali di formazione, o al riempimento delle rughe fini del viso della zona periorale (vedi fig.2) (cioè della cute attorno alle labbra) e perioculare (cioè della cute attorno agli occhi, le cosiddette zampe di gallina) (vedi fig.6) , e in questo ancor oggi può trovare la sua indicazione migliore.
Non è il filler ideale per l’aumento volumetrico degli zigomi o per l’evidenziazione dei profili ossei del volto (mento, mandibola e angolo mandibolare (vedi fig.3)), in quanto non avendo la capacità di richiamare acqua all’interno della sua molecola non ha la proprietà di donare volume all’impianto: la localizzazione profonda del prodotto è pertanto penalizzata moltissimo e andrebbe usato parecchio materiale per ottenere un effetto visibile di modellamento e scultura delle salienze del viso.
Oggi infatti per questi impieghi il collagene è stato ormai superato dall’utilizzo del ben più versatile acido ialuronico, che oltretutto, essendo prodotto per sintesi in laboratorio è considerato più sicuro, oltre a non necessitare di test allergologici.
È sempre importante per tutti questi trattamenti, a volte ingiustamente considerati banali, affidarsi ad uno specialista di fiducia.
Questo è importante perché il medico deve conoscere bene i fillers con cui intende trattare il vostro viso, deve saper scegliere quali siano i migliori per il vostro caso anche alla luce di quello che avete già fatto in passato e di quelli che sono i vostri obiettivi, e deve saper programmare un percorso per voi da seguire nel tempo.
È importante anche chiedere allo specialista quali siano i comportamenti da evitare e quali quelli da tenere nel post-trattamento per mantenere al meglio i risultati raggiunti e/o per evitare l’insorgenza di potenziali problemi collaterali.
Il vostro specialista può anche suggerirvi una supplementazione orale di vitamine, peptidi, oligoelementi e sali minerali, tutti elementi che possono essere utili nel mantenimento di uno stato di benessere generale della cute e dei tessuti.
Una buona regola per prevenire l’invecchiamento rimane quella di ricercare e mantenere un corretto stile di vita, svolgendo regolarmente qualche forma di sport ed eliminando fumo e i più importanti fattori esogeni di stress. L’invecchiamento della pelle è un fenomeno multifattoriale legato sia a fattori endogeni (ad esempio l’età, la predisposizione, la familiarità) che esogeni (sole, fumo, agenti inquinanti di diversa natura).
Fa parte di un buon risultato anche la sua durata nel tempo. Potete chiedere al vostro specialista un piano di mantenimento dei trattamenti, che vi permetta di programmare nei mesi a seguire una sorta di verifica obiettiva della vostra bellezza e naturalezza. Questo aspetto diventa importante quando vengono utilizzate diverse tipologie di fillers o prodotti, che hanno diversi tempi di riassorbimento tra loro o che necessitino di diversi tempi di applicazione per ottenere una migliore integrazione e stimolazione collagenica, ed in definitiva un risultato migliore.
Fig.1 – Solco nasolabiale
Fig.2 – Zona periorale
Fig.3 – Angolo mandibolare
E’ fondamentale partire da una diagnosi corretta del problema estetico da risolvere, anche perché le indicazioni all’utilizzo del collagene sono ormai piuttosto ridotte e non tutto ha senso che venga trattato con questo filler.
Lo specialista cui vi affidate deve essere informato nel modo più completo possibile sulle vostre condizioni cliniche di salute generale, nonché sui trattamenti che avete già effettuato. Più informazioni darete al medico, più questi saprà valutare l’idoneità o meno di un prodotto per voi.
In linea generale, e questo vale per qualunque tipo di trattamento medico generale, è controindicato procedere ad impiantare collagene in sede di infezioni o anche solo di infiammazioni della cute, in caso di allergie note o sospette alla molecola, in caso di malattie del sistema immunitario, malattie sistemiche settiche e non, in caso di herpes attivo.
Per iniettare il collagene si usano aghi estremamente sottili, con una tecnica iniettiva che può essere per via retrograda o a micro-ponfi. La scelta è legata sia alla sede di impianto dello stesso, sia in buona parte alle abitudini del professionista, che con la sua esperienza ha sicuramente messo a punto le strategie migliori per dare al paziente il massimo risultato col minore disagio possibile.
Il collagene è normalmente iniettato abbastanza in superficie, ossia nel derma superficiale o medio, o appena al di sotto della mucosa labiale.
Il trattamento è ambulatoriale, deve essere effettuato in ambiente ovviamente idoneo, e non è doloroso; il ritorno alla vita quotidiana è immediato.
Esistono diverse formulazioni di collagene, anche nel senso della concentrazione della molecola all’interno della fiala.
Non essendo, come già detto, il collagene un filler che venga iniettato in quantità importanti in quanto inadatto alla creazione di volumi, il minimo gonfiore che può essere presente immediatamente dopo il trattamento rimane estremamente localizzato. L’eritema lieve che può essere presente subito dopo l’iniezione sparisce nell’arco di poco.
Prima del trattamento, su pazienti molto sensibili o timorosi di provare dolore, il medico può prescrivere una crema anestetica da applicare almeno un’ora prima sulle aree interessate, anche se già il prodotto contiene spesso una lieve quantità di anestetico locale.
Come per tutti i fillers, eventuali reazioni avverse importanti sono da segnalare immediatamente allo specialista.
Col collagene bisogna sempre tenere presente la possibilità di una sensibilizzazione della cute, ossia lo sviluppo di un’allergia alla molecola. Questa si evidenzia con gonfiore importante, eritema cioè rossore, delle zone trattate e anche di quelle circostanti, dolore o pizzicore e sensazione di calore. Questo fenomeno va immediatamente segnalato al medico.
Per quanto riguarda l’indicazione all’uso di un filler a base di collagene, questa si ritrova specificamente nel riempimento di rughe sottili e molto superficiali di certe aree del viso, come la zona delle guance, o del mento, la zona periorale o perioculare.
Per quanto riguarda le labbra, la naturale struttura densa del collagene può essere con beneficio utilizzata per il disegno del profilo delle labbra e per la definizione del cosiddetto arco di Cupido (vedi fig.4) del labbro superiore, oltreché per la evidenziazione del filtro labiale (vedi fig.5) (quei due graziosi rilievi che vanno da sotto il naso alla parte centrale del labbro superiore).
In questo senso può essere utile utilizzare un unico prodotto per il trattamento della zona delle labbra e dei tessuti circostanti, soprattutto nei visi anche segnati dalle antiestetiche rughette verticali presenti sulle labbra.
Il collagene può essere considerato oggi fondamentalmente come un filler di rifinitura.
Fig.4 – Bocca: Arco di cupido
Fig.5 – Bocca: Filtri labiali
Fig.6 – Occhi: Zampe di gallina
Considerato il campo d’azione in cui il collagene può ancora ragionevolmente trovare un’indicazione di utilizzo, le alternative terapeutiche sono rappresentate fondamentalmente da due classi di prodotti: i fillers riassorbibili (nello specifico l’acido jaluronico e l’acido polilattico in quanto biostimolatore cutaneo superficiale); nel terzo superiore del viso i neuromodulatori, che agiscono con modalità completamente differenti sull’espressione delle piccole rughe mimiche.
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A fronteggiare la sempre più crescente richiesta di procedure di trattamento poco invasive con fillers sempre più naturali, nasce negli ultimi anni un gel a base di agarosio purificato, un polisaccaride derivato dall’Agar-agar che viene estratto in laboratorio dalle alghe rosse.
I gel di agarosio sono utilizzati in vari campi , dalla microbiologia alla farmaceutica alla fitoterapia, alla bioingegneria etc. In campo medicale, proprio per le ottime caratteristiche di biocompatibilita, i filler a base di agarosio stanno cominciando a prendere piede.
Un recente studio italiano su volontari umani dimostra come il prodotto abbia un buon livello di integrazione nei tessuti umani, stimolando una fisiologica risposta infiammatoria senza produzione di granulomi. Questa risposta sembrerebbe stimolare a sua volta la produzione di nuovo collagene ed elastina nei tessuti in cui è stato impiantato. Questo sarebbe un altro importante meccanismo cui può essere legata la durata del suo effetto riempitivo nei tessuti.
Il prodotto iniettabile disponibile oggi sul mercato nasce ad opera di un’azienda americana che impiega biotecnologie nel campo della medicina estetica, dopo un decennio di studi e sperimentazioni.
L’agarosio chimico è una molecola idrocolloide naturale, inerte, che contiene acqua ma non richiama acqua, biodegradabile ad opera dei macrofagi e non attraverso degradazione enzimatica. Questo è uno dei fattori più importanti per quanto concerne la maggior durata del gel di agarosio iniettato, rispetto agli acidi ialuronici.
E’ un polisaccaride costituito da una lunga catena di unità di disaccaridi, privo di sostanze chimiche leganti, che risponde perfettamente a criteri di biocompatibilità e naturalezza totali. La sostanza si presenta come un gel iniettabile, formulato in tre diverse concentrazioni. Una quarta formulazione sarà disponibile a breve termine.
E’ importante affidarsi ad uno specialista di fiducia, che abbia buona esperienza dell’utilizzo di questo filler, che è abbastanza innovativo sul mercato.
Il gel di agarosio prevede una tecnica d’impianto abbastanza particolare e piuttosto specifica, già a partire dalla sua preparazione pre-iniettiva.
È importante anche che lo specialista sia informato sul vostro stato generale di salute e sui farmaci che assumete, perché in previsione del piano di trattamento che sta per andare ad eseguire, possono esserci controindicazioni specifiche all’utilizzo di qualche prodotto.
È molto importante anche che lo specialista sia informato sui trattamenti estetici che avete effettuato in passato e sui fillers che vi sono stati iniettati, per eventuali incompatibilità di co-trattamento.
In particolare per quanto riguarda il gel di agarosio, esso non ha controindicazioni all’utilizzo nelle stesse aree in cui è stato iniettato acido ialuronico, mentre è necessario discutere col medico l’indicazione al suo utilizzo in zone che possano presentare eventuali residui calcici da pregresso impianto di idrossiapatite effettuato nell’ultimo anno.
L’impianto di gel di agarosio viene effettuato tramite ago sottile o “easy flow”.
Il gel di agarosio si presenta in un involucro sterile, collegato con un sistema luer-to-luer ad una doppia siringa necessaria per la miscelazione da effettuare prima dell’impianto.
La tecnica di impianto è leggermente differente da quella di altri prodotti, in quanto il prodotto va iniettato sempre in profondità con un ingresso iniziale quasi verticale del piccolo ago. La molecola deve essere rilasciata con tecnica lineare retrograda, con rilascio molto lento. Al termine dell’impianto, il medico effettuerà un massaggio profondo specifico sul materiale impiantato.
La quantità di prodotto iniettato deve essere minimale, corretta, avendo molta cura di non ipercorreggere.
Il gel di agarosio può essere iniettato sia nel derma superficiale – con le opportune cautele ed attenzioni – che nel derma profondo, che a livello ipodermico e sovraperiosteo, cioè profondamente proprio al di sopra dell’osso. Esistono tre diverse densità di gel, ognuna con le sue specifiche indicazioni. La versatilità della molecola dell’agarosio permette infatti un uso ampio, a seconda degli obiettivi che si vogliono raggiungere.
Il trattamento è ambulatoriale come per tutti gli altri fillers, anche se va fatto negli ambienti idonei e da personale medico certificato esperto, rispettando tutte le rigorose regole della sterilità degli ambienti e dei materiali.
Appena terminato è possibile generalmente tornare alle proprie attività occupazionali, utilizzando anche – con una certa cautela – creme e trucchi sin da subito. Il vostro specialista saprà darvi tutte le informazioni del caso.
L’impianto di gel di agarosio può essere leggermente fastidioso nelle aree più sensibili del viso. La siringa non contiene anestetico locale, purtuttavia è possibile aggiungerlo prima della miscelazione che deve essere fatta come preparazione all’utilizzo. Su pazienti particolarmente timorosi di provare dolore, il medico anche può prescrivere una crema anestetica da applicare a cura del paziente almeno un’ora prima sulle aree da trattare.
L’eritema che spesso è presente subito dopo l’iniezione sparisce nell’arco di massimo 48 ore.
Il gonfiore indotto dal gel di agarosio è minimo in quanto, non trattandosi di un prodotto igroscopico, non richiama acqua.
L’effetto volumizzante è immediatamente visibile ed è stabile da subito.
Chiaramente tutto ciò dipende anche dalla tecnica che viene utilizzata per l’impianto del filler e dalla mano di chi lo esegue.
Eventuali reazioni avverse più importanti, peraltro rarissime, sono da segnalare immediatamente allo specialista.
In linea generale, per qualunque tipo di trattamento iniettivo e non, è controindicato procedere ad impiantare gel di agarosio in sede di infezioni o di infiammazioni della cute, in caso di allergie note alla molecola, in caso di malattie del sistema immunitario, in presenza di malattie sistemiche settiche e non, in caso di herpes attivo.
Ogni filler ha sue proprietà e caratteristiche specifiche.
Lo specialista che conosca l’uso di ognuno di essi saprà scegliere quello che meglio si adatta a risolvere il vostro problema e saprà eventualmente, se necessario, combinarlo all’utilizzo di altri fillers o sostanze, in modo da valorizzarne pienamente gli effetti.
Il risultato estetico di un buon trattamento è anche legato allo stato di benessere generale dei tessuti. È importante quindi anche mantenere uno stile di vita sano e corretto, praticare sport, eventualmente implementare il consumo di vitamine, fibre ed eventualmente di quei costituenti che contribuiscano ad una buona organizzazione della struttura dei tessuti che continuamente subiscono un fisiologico rimaneggiamento.
Anche in questo il vostro specialista di fiducia può darvi utili consigli.
L’obiettivo principale del gel di agarosio è la volumizzazione dei tessuti.
Il gel di agarosio è prodotto attualmente in tre formulazioni, ed una quarta è già in preparazione.
La durata dei trattamenti dipende sia dalla quantità di prodotto iniettato, che dalla sede di impianto, che dalla formulazione utilizzata: la maggior durevolezza è specifica dei prodotti più concentrati, e può superare l’anno.
La formulazione all’1,5% è utile per la correzione di rughe e solchi naso-labiali (vedi fig.1)(quel segno che si forma ai lati del naso e scende verso la bocca, detto anche ruga della marionetta) leggeri, nonché delle labbra: col gel di agarosio è senz’altro possibile disegnare i profili poco definiti di un labbro che ha perso tono e comincia a evidenziare le odiose rughette verticali che rendono tanto difficile mantenere inalterato il rossetto quando ci si trucca, così come è possibile aumentare il volume vero e proprio delle labbra.
Una cosa molto importante nell’estetica della bocca è saper sempre mantenere le proporzioni di volume tra le due labbra e tra la proiezione delle labbra ed il profilo del volto, nonché conservare la naturale consistenza elastica del vermiglio.
La formulazione al 2,5% è utile per aumenti volumetrici di media profondità, quindi per il trattamento di solchi e pieghedelle guance, la zona paranasale, la zona malare e submalare (vedi fig.2) (cioè l’area dello zigomo e della parte di viso immediatamente sottostante lo zigomo), il trattamento dei profili ossei della mandibola e del mento.
La formulazione al 3,5% è utile per il riempimento volumetrico profondo della regione malare e submalare del viso, cioè di quella zona posta immediatamente sotto lo zigomo vero e proprio, nonché dell’arco malare-zigomatico (vedi fig.3), direttamente a livello sovraperiosteo, cioè immediatamente sopra l’osso.
Una volta che l’impianto è stato fatto, è utile anche conoscere quali sono i comportamenti da avere successivamente, e poi nel tempo, per mantenere al meglio i risultati raggiunti e/o per evitare l’insorgenza di potenziali problemi collaterali.
Di tutto questo ovviamente è necessario parlare col medico cui vi siete rivolti, che meglio di tutti saprà consigliarvi in merito, anche formulando un programma di mantenimento nel tempo che sia agevole per voi da seguire e utile. Questo sarà importante a maggior ragione se sul vostro viso, per specifiche esigenze, sono stati usati diversi tipi di fillers e sostanze, che possono avere tempi di riassorbimento e metabolizzazione diversi.
Fig.1 – Solco nasolabiale
Fig.2 – Zigomo: area malare e submalare
Fig.3 – Arco malare zigomatico
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